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Crioconservazione di Gameti ed Embrioni


La crioconservazione degli embrioni costituisce parte essenziale dei trattamenti di riproduzione assistita, poiché consente di conservare gli embrioni per utilizzarli in un secondo momento. Possono usufruire del congelamento sia le coppie che non abbiano ottenuto risultati nel primo ciclo sia quelle che, avendo conseguito la gravidanza, desiderino tentar una seconda gestazione.
Si esegue dopo il trasferimento embrionale per conservare gli embrioni in eccesso o nel caso non sia possibile procedere al trasferimento per motivi diversi (controindicazioni mediche, etc.).
In un ciclo di fecondazione in vitro, lo stadio di cellule è il più utilizzato per la crioconservazione degli embrioni.

Durante il congelamento e il decongelamento, può verificarsi la lisi di alcune o di tutte le cellule dell’embrione. Si considerano atti al trasferimento quegli embrioni nei quali sopravvive almeno il 50% delle cellule.

Embryo with 4 cells (D+2) pre- and post-thawing

Embrione di 4 cellule post decongelamento. Sono visibili 3 cellule intatte e una lisata.

L’esito della tecnica dipenderà tanto dalla qualità degli embrioni quanto dalla sua capacità di superare il processo di crioconservazione. Il tasso medio di sopravvivenza è di circa l’80%. I tassi di gravidanza si attestano intorno al 30-35%.
La crioconservazione delle blastociti avviene soltanto quando si prolunga la coltura in vitro degli embrioni per 5-7 giorni. Frequentemente, in questi casi non esistono molti embrioni in eccesso da congelare, poiché non tutti gli embrioni raggiungono lo stadio di blastocita (tasso di blastociti 45-50%).
La tecnica preferita in tali casi è solitamente la vetrificazione.
Dopo due decenni di esperienza nella congelazione di embrioni umani, questa tecnica ha dimostrato di non presupporre rischi di maggiore entità in termini di tasso di aborti o malformazioni.

 

Congelamente Ovociti


Conseguentemente all’entrata in vigore della legge 40/2004, la crioconservazione degli ovociti è stata una procedure molto utile per poter utilizzare al massimo una stimolazione ovarica.
Gli ovociti in eccesso, e qualitativamente idonei, possono essere congelati e utilizzati  successivamente senza necessità di ripetere la stimolazione della crescita  follicolare ed il prelievo di ovociti.

Inoltre gli ovociti possono essere crioconservati anche per impreviste cause mediche impedenti il  proseguimento del trattamento (vedi es. Sindrome da iperstimolazione ovarica) o per creare una “riserva  di fertilità” per le donne che devono sottoporsi a chemioterapia o radioterapia o che rischiano di  diventare sterili per esaurimento ovarico prematuro (vedi consenso informato crioconservazione degli ovociti).
Il congelamento degli ovociti è una tecnica ancora sperimentale, perché  incontra molte difficoltà   a congelare le cellule uovo che essendo molto grandi e piene d’acqua, tendono a rovinarsi  facilmente durante la procedura di congelamento/scongelamento.
La ricerca sta concentrando, su questo settore, i propri sforzi con maggiore energia al fine di  produrre miglioramenti  dei  risultati.

In alternativa al tradizionale procedimento di congelamento lento (slow-freezing), in cui il campione  viene gradualmente portato a -150 gradi e successivamente immerso in azoto liquido (-196°C),  attualmente si preferisce l’impiego di una nuova tecnica di crioconservazione di avanguardia, la VITRIFICAZIONE che permette di congelare ovociti in modo molto rapido, passando direttamente allo stato “vitreo”, impedendo così la formazione di cristalli di ghiaccio, che possono danneggiare le delicate strutture dell’ovocita.. L’eventuale presenza di questi piccoli cristalli è, infatti, il punto critico che determina la scarsa efficacia della altre metodica di congelamento lento, riducendo il tasso di sopravvivenza del materiale biologico crioconservato.

Tale processo di vitrificazione si attua mediante apposite procedure, terreni di coltura supplementati  con crioprotettori, appositi supporti sui quali è posizionato il materiale biologico e appositi  contenitori di azoto liquido (-196°C) per il mantenimento a breve e lungo termine  del  materiale biologico vitrificato.

Il congelamento degli ovociti mediante vitrificazione è ritenuta oggi essere la tecnica più efficace, con ottimi risultati in termini di sopravvivenza (96.5%) e sviluppo embrionale  (risultato essere simile a quello ottenuto con gli ovociti freschi). I tassi di gravidanza sono anch’essi  molto incoraggianti.

 

 

Crioconservazione dei Spermatozoi


La possibilità di crio-conservare il proprio liquido seminale consente ai pazienti di mantenere vivi i propri spermatozoi per poterli poi utilizzare in futuro al fine di ottenere una gravidanza.

Indicazioni al congelamento degli spermatozoi

  • nei casi in cui il partner non può essere presente al momento dell’intervento di procreazione assistita per motivi professionali o di altro genere.
  • nei casi di natura psicologica (difficoltà nella raccolta il giorno dell’inseminazione intrauterina e della fecondazione in vitro)
  • nei casi di prelievo del seme mediante TESA o PESA
  • nei casi di pazienti che stanno per essere sottoposti chemio e/o radio-terapia.
  • nei casi di soggetti che svolgono attività ad alto rischio come i radiologi, gli operatori di centrale nucleari, operatori radar ed altri ancora.
  • nei casi di pazienti che presentano severe patologie del liquido seminale (oligoastenoteratozoospermia) che possono peggiorare nel corso degli anni.
  • nei casi nei quali i pazienti si devono sottoporre a tecniche di fecondazione in vitro e che presentano parametri molto compromessi del liquido seminale (meno di 1 milione di spermatozoi nell’eiaculato). In questi casi, infatti, diventa possibile, attraverso il congelamento di raccolte successive di liquido seminale effettuate in giorni differenti, accumulare un numero sufficiente di spermatozoi per un ciclo terapeutico.
  • nei casi prima di intervento chirurgico alla prostata o ai testicoli
  • nei casi di disfunzione erettile, disfunzione sessuale caratterizata dalla incapacità di sviluppare o mantenere l’erezione del pene durante la prestazione sessuale
  • nei casi di disfunzione iaculatoria, in cui gli uomini non possono iaculare come nel caso di lesione del midollo spinale
  • nei casi di eiaculazione retrograda, in cui lo sperma, che normalmente sarebbe iaculato atraverso l’uretra, viene reindirizzato alla vescica urinaria

Procedura di crioconservazione

La tecnica di congelamento del liquido seminale è una procedura complessivamente semplice e rapida da eseguire e che permette di ottenere ottimi risultati. Bisogna tenere presente, però, che in seguito al congelamento e successivo scongelamento si osserva comunque una riduzione di circa il 40% sia della vitalità che della motilità e un aumento delle forme atipiche. Ciò si traduce in una riduzione della capacità fecondante. La tecnica ICSI permette di superare questa riduzione: il tasso di fecondazione con spermatozoi congelati risulta infatti essere del tutto paragonabile a quello che si ottiene con gli spermatozoi appena eiaculati.

Un crioprotettore viene aggiunto al liquido seminale per ridurre i danni causati dal congelamento dello sperma. Il campione viene suddiviso in singolo cryo-flaconcini posti in azoto liquido vapore e poi immerso in azoto liquido, ad una temperatura di -196°C tutta l’attività metabolica viene interrotta.Lo sperma quidi può essere conservato per molti anni.